Consigli di lettura 4 / Il giorno degli eroi

L’unica battaglia da combattere è quella per la pace”. “Il giorno degli eroi”, romanzo di Guido Sgardoli, riporta sulla copertina questa frase che, anche se semplice, mi ha fatto riflettere molto…

Il libro racconta di alcuni personaggi, che parlando tra loro in dialetto veneto, raccontano di alcuni fatti successi nella prima guerra mondiale visti dalla parte dei soldati.

Mi sono commosso quando il personaggio di Luigi scrive l’ultima lettera ai suoi genitori, dicendo: ”Cara mamma, se morirò caduto non piangere. Vattene fiera nel tuo dolore di avere dato un figlio alla patria, anche voi padre dovreste esserne fiero. Ma vincerò sicuro perché l’esercito è forte e il Signore ci guarda”. 

Mi sono invece stupito da come l’autore conosca bene i dialetti italiani, si nota soprattutto quando i personaggi parlano tra loro in veneziano e quando presenta i personaggi, per esempio, dice: “Il Marani era di Bologna quindi parla con la e aperta e la essce”.

Ho trovato molto divertente il punto in cui il personaggio della moglie di Carlo si mette a cantare una canzone: “Son tre notti che non dormo, là, là…” perché sembrava essere diventato matto.

Il libro, secondo me, ci vuole far capire che la guerra non è una cosa bella e che a causa sua molte persone vengono uccise provocando dolore a parenti e amici; ci insegna però anche un po’ di storia, infatti i titoli dei capitoli segnano gli avvenimenti della prima guerra mondiale. Per fare capire meglio ai lettori, se fossi stato nell’autore, avrei messo meno parti in dialetto.

Il protagonista cambia con l’esperienza: prima sottovalutava la guerra e quello che poteva provocare, ma poi impara che durante il conflitto si provano angoscia e dolore per i compagni caduti. Il nemico, inoltre, sono persone come noi che vivono le stesse tragedie, magari hanno anche perso dei familiari e sono lì a combattere in una trincea vicino alla nostra, noi non sappiamo neanche chi sono, come sono e che cosa provano, abbiamo solo dei pregiudizi…

Al romanzo ho dato un 8 perché, anche se non ci sono eventi curiosi, mi ha insegnato molti fatti della prima guerra mondiale che altrimenti non avrei capito. Lo consiglio alle persone dure di cuore perché possano capire cosa vuol dire Guerra e alle persone interessate al conflitto mondiale.

Francesco, 2^A

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