La casa dei cani fantasma: i nostri commenti

Caro blog,
abbiamo appena finito di ascoltare la lettura ad alta voce del thriller “La casa dei cani fantasma”, il libro di Allan Stratton di cui ti avevamo già parlato qui. Al termine del romanzo che ci ha tenuto col fiato sospeso fino alle ultime pagine, ti vogliamo raccontare le nostre impressioni…

Leggendo questo libro ho capito che…

…tutto è possibile (Veronica)
…forse a tutti potrebbe succedere di avere un padre che ti insegue (Andrea)
…a volte l’amore che si prova verso i propri genitori può far compiere gesti estremi pur di salvarli (Serena)
… anche se sei piccolo puoi fare tutto (Enzo)
…non bisogna fidarsi di tutti, ma solo di chi ti vuole bene davvero (Leo)
…a volte i ragazzi sono meglio degli adulti (Francesco)
…se uno ha delle visioni non per forza è un pazzo (Jona)
…quanto un libro ti possa trasmettere suspance e voglia di sapere come va a finire (Filippo)
…non sempre ci si può fidare degli altri, nemmeno delle persone che ti hanno visto nascere! (Beatrice)
…quando si ha un problema bisogna sempre parlarne con qualcuno (Giorgia)
…non bisogna fermarsi alle apparenze (Mattia)
…non bisogna fidarsi di chi non si conosce (Melania)
…non bisogna aver paura di dire la propria opinione (Bogdan)
…con impegno e ostinazione si riesce a fare tutto (Tobia)
…non bisogna chiamare numeri sconosciuti (Matteo)
…sei fortunato se hai qualcuno che ti fa da papà e ti vuole bene come se lo fosse davvero (Anja)
…non bisogna abbandonare gli amici perché ci possono aiutare nelle difficoltà (Samuele)
…per giudicare una persona bisogna aspettare di vedere come si comporta (Daniele)

Un consiglio che darei a Cameron…

…non pensare più a suo padre e ricominciare da capo (Veronica);
…di stare più attento quando esce da solo (Andrea);
…di raccontare tutta la storia alla psichiatra (Enzo);
…di guardare avanti (Leo);
…chiedere a Ken se può incontrare i suoi figli (Claudia);
…diventare un detective (Jona);
…provare a dimenticare anche con l’aiuto della psicologa (Filippo);
…di essere meno impaziente perché certe volte l’impazienza può ingannare (Greta);
…di liberarsi di tutto sfogandosi con la madre o la psicologa (Giorgia);
…di andare a trovare i nonni e di goderseli (Mattia);
…di seguire di più i consigli delle persone che gli vogliono bene (Melania);
…di passare più tempo con Ken che tiene a lui (Matteo);
…non ho consigli ma solo complimenti per il coraggio che hai dimostrato! (Anja);
…di non pensare più a suo papà e divertirsi con gli amici e la madre (Anna).

La mia domanda all’autore:

  • Perché non ha approfondito il rapporto tra la mamma e il papà di Cameron? Mi sarebbe piaciuto sapere perché la donna ne aveva tanta paura e se lei aveva fatto soffrire il marito…
  • Scriverà la continuazione della storia?
  • Come le è venuta in mente la storia?
  • Si è ispirato a un fatto vero?
  • Perché Cameron vedeva solo Jacky e non anche sua madre e il signor Fraser?
  • Cameron è lei da piccolo?
  • A quanti anni ha scritto questa storia?
  • La mamma e Ken si sposeranno?
  • Perché all’improvviso spuntano i cani a salvare Cameron?
  • Perché Jacky non ce l’ha fatta a uscire dal baule nella soffitta?

Indice di gradimento medio:  9.

Tirando le somme, il libro ci è piaciuto molto e lo consigliamo a tutti!
La 2^A

POSTILLA
…e alla fine Allan Stratton ha risposto davvero alle nostre domande via messenger: ci ha raccontato da dove è nata l’ispirazione per il suo libro (da un’esperienza drammatica che ha vissuto davvero…) e che non scriverà il seguito: “E’ più divertente – ci ha detto – non sapere con certezza se i cani sono veri o meno!”. Comunque, anche se non ci sarà un sequel del romanzo, noi continueremo a immaginarci una continuazione nei nostri sogni.
Caro Mr. Stratton, grazie per averci tenuto col fiato sospeso fino alla fine e al prossimo romanzo!

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