“Ecco che cosa ci ha insegnato lo sport”

Sappiamo tutti che le basi dello sport sono l’educazione e il rispetto. Ma il valore più importante è lo stare insieme divertendosi. Questa è una delle tante cose che ci sono state dette dai prof di motoria Nicolò Paguni e Marco Dei Svaldi venuti nella nostra classe per un’intervista su sport e integrazione.

Ma ora lasciamo spazio alle domande.

Ci sono sport più adatti ai maschi e altri più alle femmine?
Prof Dei Svaldi: Tutti gli sport possono essere praticati da tutti in base alle proprie caratteristiche fisiche.
Prof Paguni: Sì, ci sono degli sport più maschili che femminili, ma per via della fisiologia del corpo umano. In alcuni sport cambia addirittura il nome: per esempio il baseball femminile si chiama softball ed è fatto apposta per le donne.
Quali sono i valori dello sport?
Prof Dei Svaldi: L’impegno, l’educazione, la dedizione, il rispetto delle regole e anche per gli avversari. Uno sport esemplare è il rugby dove nel terzo tempo vincitori e perdenti festeggiano insieme: in tutti gli sport dovrebbe essere così.
Prof Paguni: Purtroppo negli ultimi anni questi valori si sono persi, oggi lo sport è più competitivo, per questo a scuola insegniamo soprattutto il rispetto, in modo che in un prossimo futuro lo sport ritorni come una volta. Fare bei gesti anche con gli avversari è importante: un episodio famoso di fairplay è avvenuto fra i ciclisti Coppi e Bartali che si sono passati la borraccia a un passo dal traguardo. Come diceva De Coubertin, “l’importante non è vincere ma partecipare”.
Hai mai sentito i suoi ragazzi rivolgersi insulti razzisti? E come si è comportato?
Prof Dei Svaldi: No, se fosse stato un mio atleta, però, lo avrei fatto uscire dalla squadra, a costo di perdere.
Prof Paguni: No, comunque è difficile che succeda perché i miei ragazzi sanno che io esigo rispetto ed educazione. Ma se qualcuno lo avesse fatto avrei cercato di capire perché.
Lo sport è uno strumento educativo?
Prof Dei Svaldi: Sì, perché ci insegna a vincere, a perdere e a capire i nostri limiti. Un gioco che va a premiare la correttezza e dove tutti sono arbitri di tutti è castellone: l’ho imparato durante i miei studi ed è perfetto per voi ragazzi.
Prof Paguni: Deve esserlo perché si impara a faticare per un obiettivo, ma bisogna anche accettare una sconfitta.
La competizione incide sull’esclusione?
Prof Paguni: E’ giusto che ci sia la competizione a livello di gioco, ma la competizione deve essere sana, se no lo sport non è più bello.
E’ vero che chi è discriminato viene relegato a ruoli di serie B o abbandona la squadra?
Prof Dei Svaldi: Se uno è bravo viene fatto giocare, non viene discriminato.
Prof Paguni: Lo sport deve essere accogliente, ma purtroppo sì, a volte ci sono discriminazioni, per fortuna sempre meno.
In quale sport c’è più discriminazione?
Prof Dei Svaldi: Soprattutto nel calcio.
Prof Paguni: In passato ci sono stati molti sport discriminatori, il rugby, il calcio, il baseball dove c’erano le classi minori e le classi maggiori. Oggi il calcio cerca di integrare molto.
Come agire contro il tifo violento?
Prof Dei Svaldi: Bisogna prendere decisioni dirette, come in Inghilterra dove il tifoso che superava la linea stabilita era punito con tre anni di carcere.
Prof Paguni: Dovrebbero essere le squadre in campo a dare l’esempio. Quando ero allenatore di pallavolo, applaudivo le belle azioni della squadra avversaria.
Abbiamo letto su retisolidari.it che il 63% degli studenti stranieri fa sport. Come mai un dato più basso rispetto a quello degli studenti italiani (80%)?
Prof Dei Svaldi: Perché non gli diamo occasioni di integrazione, mentre gli studenti italiani si incontrano più spesso e per loro è più facile praticare sport.
Prof Paguni: Uno straniero che viene in Italia e ha problemi economici non potrà mai pagare la retta annuale di iscrizione…
Lo sport che si pratica individualmente fa bene come lo sport di squadra?
Prof Dei Svaldi: Farebbe bene praticare entrambi!
Prof Paguni: Sì, lo sport individuale fa bene come quello di squadra, anche se c’è chi è più portato per farlo da solo e chi per farlo con altri.
Dal sondaggio di retisolidali.it emerge che 7 ragazzi su 10 sono contrari alle squadre formate da soli italiani: che ne pensa?
Prof Dei Svaldi: E’ giusto ed è un arricchimento.
Prof Paguni: Giusto, le squadre ormai devono essere multietniche, che è anche meglio.
Che cosa le ha insegnato lo sport?
Prof Dei Svaldi: Mi ha insegnato educazione, impegno e forza. E che bisogna rispettare  chi arriva ultimo.
Prof Paguni: A saper faticare e che se qualcosa non funziona non bisogna abbattersi, ma sapersi rialzare e ricominciare più forti di prima.
Ha mai praticato sport di squadra?
Prof Dei Svaldi: No, tranne all’ISEF dove si praticano tutti gli sport.
Prof Paguni: Ho praticato pallavolo, basket, rugby e calcio; a livello agonistico solo atletica e sci.
Si è mai trovato nella situazione di essere discriminato per qualche motivo?
Prof Dei Svaldi: No, però sono stato preso in giro per l’altezza, ma non mi sono mai sentito né a disagio né bullizzato.
Prof Paguni: Ho sempre cercato di bloccare queste cose.

Oggi grazie ai prof abbiamo imparato molto sullo sport e ci impegneremo per migliorare.

La 2^C

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