“Io scrivo per voi”. Incontro con lo scrittore Luigi Ballerini

“Attenti che il virtuale non si mangi la realtà”. A metterci in guardia è Luigi Ballerini, scrittore di romanzi distopici, che abbiamo incontrato in meet e al quale abbiamo fatto un sacco di domande dopo aver letto il suo libro “Io sono Zero”. Ecco com’è andata l’intervista.


D: Buongiorno, per noi è un piacere averla qui. La nostra prof ci ha letto “Io sono Zero” e il libro ci ha coinvolto sempre più, capitolo dopo capitolo. Ora siamo curiosi di sapere: c’è qualcosa di vero in questa storia?
R: È una storia inventata, ma le tematiche che affronta sono reali, per esempio il fenomeno dei bambini-soldato: in alcune parti del mondo non solo vengono addestrati a essere guerrieri, ma vengono anche controllati psicologicamente. Ed è un libro sulla conoscenza, che avviene sempre attraverso l’esperienza: pensate a quando Zero tocca per la prima volta la neve!

D: Il suo libro ci ha fatto riflettere sulla situazione attuale, il lockdown dovuto alla pandemia: che cosa ne pensa?
R: E’ un bel parallelismo: Zero chiuso là dentro come noi in questo periodo! Quando ho scritto il libro non potevo immaginarlo, ma i libri hanno questa capacità: parlano sempre all’uomo di oggi, anche se sono stati scritti molto tempo fa. Del resto, il cuore dell’uomo è sempre lo stesso…

D: Ci ha colpito il rapporto fra Zero e Madar: aveva pensato di farli incontrare di nuovo?
R: Dal libro sembra di no, ma è anche vero che l’autore sa sempre più di quello che scrive e conosce tutto del suo personaggio: io so se gli piace la marmellata e anche se rincontrerà Madar, ma se non te l’ho scritto non te lo dirò, perché mi piace pensare che sia il lettore a decidere come andrà a finire. Tra l’altro, la mia scena preferita è proprio quella dell’incontro tra Madar e Zero.

D: Ci ha incuriosito il lavoro da adulto di Zero: avrà mai smascherato altre aziende che cercano di creare superuomini?
R: Non ci avevo pensato, però sto lavorando con Netflix per una serie tratta dal mio libro. Se mai si farà, vedrete una super-gamer che darà la caccia a Zero…

D: Anche noi viviamo immersi nella realtà virtuale, un po’ come Zero… Che ne pensa del fatto che oggi siamo schiavi della tecnologia?
R: La rete è un posto bellissimo, semmai la preoccupazione è quando il reale sparisce e rimane solo il virtuale; quando la realtà si impoverisce, si smaterializza, e il virtuale si mangia la realtà. Se il tempo che passi davanti allo schermo è più di quello che passi fuori con gli amici, abbiamo un problema.

D: E’ il tema anche del suo nuovo libro: come mai questo interesse?
R: Oggi è un giorno speciale, perché esce il mio nuovo libro, “Myra sa tutto”, che prefigura un futuro prossimo in cui tutto è monitorabile. Un tempo si sarebbe chiamata fantascienza, oggi si parla di genere distopico, quello di Hunger Games o Divergent. Ma in questo mondo dove tutto è controllato c’è un gruppo di ragazzi che si chiede: “Siamo davvero liberi o no?”. La tecnologia mi piace, ma è invadente. Dobbiamo ricordarci che in rete nulla è neutro, lasci sempre una traccia.

D: Quale genere le piace di più scrivere e leggere?
R: Mi piace scrivere i generi che mi piace leggere. Non scriverò mai un horror perché mi annoiano, anche se nel mio nuovo libro la voce narrante è quella di Stephen King, maestro del thriller. Un omaggio, perché vorrei scrivere come lui! Personalmente mi piacciono le storie d’amore, la fantascienza e i romanzi storici. Ma per ogni lettore c’è il suo libro.

D: Ci spiega la copertina di Zero?
R: L’occhio che c’è raffigurato per me è un po’ come Zero che esce e per la prima volta vede la realtà: i suoi occhi, che hanno sempre guadato schermi, iniziano a guardare il mondo vero. Sapete che le copertine cambiano a seconda delle nazioni? Per esempio, in Olanda il titolo è leggermente diverso (“Il mio nome è Zero”), mentre in Slovenia è stata ridisegnata e il titolo è “Codice 2.0”.

D: Com’è nata la sua passione per la scrittura?
R: Alle medie non volevo diventare uno scrittore. Non ci avevo mai pensato, però mi piaceva leggere di tutto. Ho fatto il liceo classico e ho sviluppato ancora di più l’amore per la lettura. Non mi stupirei se uno di voi diventasse scrittore. La voglia di scrivere c’è chi non l’avrà mai, a qualcuno magari è già venuta, a chi verrà… A me è venuta a 24 anni, dopo la laurea.

D: Lei è anche medico: come fa a conciliare lavoro, scrittura, famiglia?
R: E tu come fai conciliare scuola, sport, amici, musica? 🙂 Faccio cose che mi piacciono molto e ci credo davvero.

D: La nostra è una scuola di montagna e ci ha colpito che una parte del libro sia ambientata in una baita isolata nel bosco: si è ispirato a un luogo della sua infanzia?
R: No, non sono un grande amante delle montagne. Sono nato al mare, mi piace e adoro respirarne l’aria. Però ho riletto molte volte “Zanna Bianca”.

D: Ha scritto solo libri per ragazzi o anche per adulti?
R: Ho scritto anche dei manuali, uno sull’uso del digitale, uno sulla scuola… Però a me piace scrivere romanzi. E mi piace scrivere per voi!

D: Un giorno le piacerebbe dedicarsi solo alla scrittura?
R: No, vorrebbe dire rinunciare all’altro mio bellissimo lavoro. E poi l’ispirazione arriva dalla vita: più hai una vita più piena, più hai idee. E se oggi sono più ricco è perché ho incontrato voi!

È stato davvero fantastico poterci confrontare con questo scrittore. Non lo dimenticheremo facilmente. Vi consigliamo la lettura del suo libro “Io sono Zero”, una storia bella e curiosa.

Grazie a Luigi Ballerini per averci concesso un po’ del suo tempo e aver risposto a tutte le nostre domande su questo bellissimo libro!

Alla prossima!
La 3^A

2 risposte a ““Io scrivo per voi”. Incontro con lo scrittore Luigi Ballerini”

  1. Mi è dispiaciuto non essere stata presente con voi a questa bellissima esperienza. 3A Siete ragazzi unici e speciali , coltivate i vostri sogni sempre e le mille emozioni che la vita vi offre.

  2. Grazie di cuore! Piacevolissimo il vostro resoconto dell’incontro con l’autore del libro! Mi spiace tanto non essere riuscita a partecipare… ma grazie al vostro contributo è un po’ come se avessi seguito anch’io l’incontro…
    Grazie. Grazie. Grazie.
    Con affetto
    La Preside

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