ISTITUTO COMPRENSIVO "ANDREA TESTORE" - Santa Maria Maggiore (VB)

 

Rossetti Giacomo (1759-1841)

Figlio di Cesare, soprannominato Valentina, oriundo di Villadossola, e di Caterina Gennari nasceva a Santa Maria Maggiore Giacomo Rossetti.

Fece i suoi primi studi di disegno e pittura presso Gian Battista Simonis nella vicina Buttogno. L'ottima riuscita indusse i genitori a mandare il giovane a Milano dove, iscrittosi all'Accademia di Brera, seguì i corsi di Andrea Appiani (1754-1817), il cui influsso classico-romantico dovrà caratterizzare talune opere giovanili del Rossetti e specialmente i ritratti.

Tornato a Santa Maria prese in moglie Caterina del Sasso di vecchia famiglia di Buttogno, dalla quale ebbe tre figli: Maria Caterina che andò sposa al pittore Gian Battista Rastellini senior, Cesare e Giuseppe Antonio pittore (1790-1870). Pare che con la moglie sorgessero presto ragioni di dissenso e Giacomo, sia per evitare il peggio, sia per seguire il proprio impulso artistico, emigrò a Torino e verso il 1800 in Francia. A Lione presso l'Accademia delle Belle Arti dove la scuola di Simeone Chardin (1699-1779) contava ancora grande numero di proseliti, Giacomo Rossetti, completò i propri studi e ricevette quei particolari orientamenti che lo indussero a cercare nel "terzo stato", presso i mendicanti, gli anormali, gli invalidi dell'Ospizio dei veterani, argomento allo sfogo pittorico di una amarezza sarcastica.

I suoi ritorni in patria non furono né frequenti né lunghi; stabilitosi a St. Etienne, vi morì di 82 anni nel 1841.

Un autoritratto posseduto dalla Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore e datato 1790 ce lo presenta giovane e gagliardo, dal profilo marcato e volitivo, la fronte non alta, ma lo sguardo intelligente e penetrante.

I soli lavori in Valle Vigezzo da lui dipinti a guazzo ed a fresco sono: due medaglioni laterali nel presbiterio della chiesa di San Silvestro a Druogno (1799) rappresentanti l'Adorazione dei pastori e l'Adorazione dei Magi; la tazza ivi del presbiterio con la Gloria di S. Silvestro e la pala del coro rappresentante S. Silvestro 1 ° papa nell'atto di benedire l'imperatore Costantino. Per la parrocchiale di Malesco aveva dipinto ad olio nel 1796 il bel quadro raffigurante la Vergine col Figlio e le Anime del purgatorio, conservato nella cappella dei morti.

Per la chiesa di Zornasco forse della stessa epoca è una tela rappresentante S. Pietro in Vincoli.

Come ritrattista ci lasciò lavori di pregio che sono oggi conservati nella "Villa Antonia" dei Ponti a Santa Maria, nella Galleria Rastellini a Buttogno. Di questi ricordiamo: Autoritratto; Ritratto di valligiano (Pichett); altro Ritratto di valligiano; due Ritratti di donne col fazzoletto in testa; una morbidissi­ma Madonna con Bambino.

La Scuola di Belle Arti a S. Maria conserva sei tele del Rossetti di cui due autoritratti; l'Accademia Albertina a Torino annovera (provenienti da una Donazione Rossetti del 1852) un Autoritratto del 1826 ed una Figura di vecchio che legge. Il Museo civico Rath di Ginevra possiede due teste di mano del Rossetti, donate dal figlio pittore Giuseppe. 

Ma dove maggiormente si distinse per virtuosità ed analisi psicologica fu nella pittura di genere e nei soggetti studiati dal vero. Dagli spunti presi a Callot e coi quali adorna le ante della finestra e della porta del suo studíolo in Buttogno - già decorato di scene bibliche a chiaroscuro - nella casa del Rastellini nella quale si apparta dopo la rottura colla moglie, attraverso gli studi sui motivi cari a Chardin, Rossetti perviene al realismo talora goyesco delle figure cercate negli angiporti della miseria.

La parabola di questo artista, che dalla modesta scuola dei Simonis giunge alla notorietà con opere oggi care al museo di Lione ed al Louvre di Parigi, è indubbiamente gloriosa e degna di memoria e di miglior penna.

Le ragioni di tanto merito vanno ricercate non solo nell'abilità e rara sensibilità del vigezzino, ma anche nell'essersi saputo sottrarre, seppure sotto l'influsso di correnti ancora incerte e contrastate, al conformismo imperante e comodo del secolo XVIII, ed essersi avviato verso la natura cogliendo nel genere umano gli aspetti più disgraziati e solitamente meno graditi in arte.

Non dimentichiamo infine che la Scuola dal Rossetti tenuta a Buttogno costituì un apporto notevole all'arte vigezzina. Ma più che l'attività e gli espedienti didattici pensiamo siano valse le sue opere a trarre nella propria scia il figlio Giuseppe, il cugino Antonio Maria Giacomo e quindi il figlio di questi Gian Maria Rossetti Valentini, fondatore della Scuola di disegno e pittura che a lui si intitolò in Santa Maria Maggiore.